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Cardito

CARDITO. Bilancio previsionale approvato. Il sindaco apre a tutti per una maxi revisione

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CARDITO – La partita politica nel piccolo comune a nord di napoli assomiglia sempre più ad una partita a scacchi e in quanto a strategie il primo cittadino, oltre che a tutelare e rappresentare in pieno la sua leadership, si sta dimostrando un vero e proprio asso del gioco. Veniamo ai fatti. Oggi all’ordine del giorno c’erano otto punti che riguardavano l’approvazione del bilancio previsionale e come già anticipato negli scorsi articoli, il primo pensiero della fascia tricolore era rivolto esclusivamente al bene della collettività e quindi all’approvazione del resoconto comunale che in questo caso rappresentava la priorità. Quindi rimandate in sede di approvazione del bilancio consuntivo tutte le discussioni politiche e le posizioni inerenti il “famoso” documento redatto dai consiglieri barriani dimissionari.

Oggi si aveva il compito di approvare la programmazione del prossimo anno amministrativo, le linee guide dettate dal sindaco Cirillo sono state chiare e tutti i consiglieri di maggioranza, allineati e coperti, hanno recepito l’importanza del messaggio del primo cittadino e di conseguenza gli hanno, ancora una volta, riconosciuta la leadership assoluta, limitandosi ad un breve commento sul bilancio e ad una dichiarazione di voto molto fluida.

Il dato politico importante di questa giornata è l’apertura che il sindaco Cirillo ha fatto a tutte le forze di minoranza e anche alla società civile che è restata fuori le mura di Palazzo Mastrilli. Tanto è vero che il primo cittadino ha invitato tutti coloro che si occupano di politica in città a discutere in maniera partecipativa su un’ipotetica, ma che diverrà poi reale, maxi revisione del bilancio, dove ogni forza politica potrà dire la sua in maniera costruttiva per migliorare le sorti della propria città. In questa maniera Cirillo fa scacco ai suoi detrattori o a chi, almeno per adesso, cerca di tirarlo per la giacca da un lato o addirittura lo vorrebbe fuori dal palazzo. Aprendo alla parte civica della città, compreso le minoranze, il primo cittadino dimostra che non ha nulla da temere, che il tutto viene programmato in buona fede e di conseguenza la disponibilità a discuterne con tutti lascia presagire il fatto di non aver nessun interesse personale ad andare in direzioni opposte all’interesse pubblico.

Non passa inosservata, invece, la linea critica dei nuovi barriani surrogati, nello specifico quella di Salvatore Setola, che durante la lettura del documento preparato anticipatamente al Consiglio odierno, lascia trapelare la sua posizione critica sull’operato fatto finora dal sindaco, ponendo l’attenzione sul fatto che le responsabilità di questo bilancio ricadono al 90% sul primo cittadino e il restante 10% da spartirsi tra i vari componenti dell’Assise Pubblica. Come quasi avesse dimenticato che neanche un mese fa la delega del bilancio era ben custodita da un membro del proprio gruppo e così dichiarando lascia intendere agli astanti che forse l’elemento più rappresentativo del suo gruppo in giunta abbia solo, effettivamente, scaldato la sedia?

Non ci sta il consigliere Aprovidolo che con tono ironico accetta il fatto che oggi sia stata battezzata l’era dell’uomo solo al comando e di conseguenza ribadisce la volontà di partecipazione, accogliendo a piene mani l’invito fatto dal sindaco e ribadendo che il rinnovamento – quest’ultimo termine usato con fervore dal consigliere Setola – passa soprattutto da quest’aspetto, quello della partecipazione, così come ci ha tenuto a precisare anche il primo cittadino durante la sua contro risposta. Peccato che il consigliere Luigi Fusco, non carpendo subito l’ironia di Aprovidolo, disside da quanto detto dal consigliere che l’ha preceduto e alla fine non fa altro che rafforzare la stessa tesi, visto che il tono usato dal capogruppo di “A Viso Aperto” era del tutto ironico.

Dal canto suo l’opposizione con il solo Almerindo Santucci presente non chiude le porte al sindaco e lascia uno spiraglio aperto, legittimamente gli appare tutto strano e lo dice in aula, per la precisione il medico carditese spiega come non abbia compreso bene quale sia stato il vero motivo che hanno spinto i tre barriani a presentare le proprie dimissioni e contestualmente ha chiesto ai presenti come mai il Presidente del Consiglio non abbia fatto lo stesso e quale sia il motivo che lo mantiene ancora incollato a quella sedia. Tra lo stupore, ma non direi neanche tanto, del resto dei consiglieri, quelle domande fatte da Santucci sono rimaste inevase. Per quanto riguarda il tema più importante e cioè quella della maxi revisione di bilancio, il dott. Santucci si è dimostrato scettico sulla bontà della proposta ma ha dimostrato nei fatti una distensione verso la maggioranza, assentandosi al momento del voto sul bilancio, comunicando contestualmente che se dialogo ci deve essere, allora egli deve essere certo della bontà della proposta. Per adesso al primo cittadino basta questo, visto che per quanto riguarda la genuinità dell’iniziativa non è assolutamente messa in dubbio e di certo il Consigliere Santucci avrà tutto il tempo per accertarsi di quello che si aspetta.

Cardito

CARDITO. Il Consigliere Russo attacca il Sindaco sul tema staff personale, riportando dati falsi

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CARDITO – Non sempre un giornalista critico della politica entra nel merito del dibattito pubblico se non per evidenziare le fake news legate alla demagogia spicciola che possono uscire fuori dalle dichiarazioni degli addetti ai lavori.

È quanto successo pochi minuti fa nel comune del cardellino con le dichiarazioni del Consigliere Andrea Russo che affrontando un tema demagogico come quello dello sperpero di denaro pubblico legato all’assunzione degli organi formanti lo staff del Sindaco, dichiara, attraverso un video postato sui social, alcune falsità al solo scopo di alimentare rabbia e impopolarità nella figura del primo cittadino. Ma andiamo ad analizzare i fatti.

Andrea Russo nel suo video asserisce che il Sindaco Giuseppe Cirillo abbia portato il numero dei formanti lo staff da 3 a 5 soggetti, lasciando intendere una volontà da parte del primo cittadino su un ulteriore esborso di denaro pubblico. Nulla di più falso. Gli staffisti nel comune gialloblu sono sempre stati tre. All’inizio furono assunti Andrea Fisher – staffista storico – Vincenzo Russo, Nicola Di Micco e Biagio Barra, poi si decise di nominare il Di Micco dirigente dell’ente sfruttando l’Art. 110 del Tuel, liberando così una casella dal capitolo di bilancio posto in essere sullo staff del Sindaco. Da allore quella casella è rimasta vuota per parecchi mesi, facendo risparmiare, in realtà, soldi ai contribuenti.

Oggi il primo cittadino, vuoi perché oberato di lavoro, vuoi perché abituato ad avere la segreteria con impegni suddivisi su tre elementi, ha pensato bene di assumere due figure part-time. Praticamente la casella lasciata vuota da Di Micco sarà riempita da altri due staffisti allo stesso costo di sempre da parte dell’ente.

Il dato politico che esce fuori è quasi pari a zero. A queste latitudini si cerca di fare opposizione sul nulla. Si comprende e va bene il gioco delle parti, ma non si può parlare a distanza di tre anni dopo aver passato gli stessi anni tra i banchi di maggioranza accompagnati dal mutismo selettivo cronico e svegliarsi su questioni, inesistenti tra l’altro, solo ora e per giunta raccontando frottole. Ci aspettiamo altro da un professionista come Andrea Russo che in quanto tale dovrebbe anche capire che anche il confronto con i comuni limitrofi non regge. Gli altri enti non hanno a capo un Sindaco che deve destreggiarsi tra impegni locali e metropolitani, quindi che ben vengano occhi vigili sul territorio atti ad arginare facili distrazioni o dimenticanze. Non mi si venga neanche ad incolpare il primo cittadino per la doppia carica, dato che la sua visione sovracomunale è sotto gli occhi della città e la ricezione di decine di milioni di euro non è da tutti.

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Afragola

Stupri, violenze e omicidi. Facile fare il prete anticamorra con la legge che li obbliga a non denunciare

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Facile fare il prete di periferia negli addensamenti di povertà a nord di Napoli. Basta avere l’ambizione di andare a colmare un vuoto lasciato dalla politica e dalle istituzioni con l’aiuto della fede e della toga e un po’ di predisposizione all’egocentrismo. Aspettare che un tragico evento si verifichi e attendere, inesorabilmente, lo stuolo di colleghi giornalisti che, non sapendo chi intervistare, dato che a queste latitudini la politica è sempre assente per autoimplosione, si rivolgono al personaggio più populista e demagogo rimasto sul territorio.

Allora la riflessione che voglio fare oggi, così come esposta ai tempi dei fatti che riguardarono l’omicidio di Fortuna Loffredo è: la Chiesa che da secoli cerca di colmare i vuoti creati dalla cecità dei governatori sarebbe in grado di aiutare, fattivamente, le vittime di questi efferati delitti?

Tutti noi sappiamo che secondo l’art. 200 c.p.p. la legge italiana rispetta il segreto confessionale tanto che stabilisce che: il sacerdote a cui è stato confessato un reato NON può essere obbligato a essere chiamato come testimone in un processo. Al contrario, come recita l’art. 622 c.p., violare il segreto confessionale potrebbe costituire reato: il sacerdote che dovesse violare il segreto confessionale per un qualsiasi motivo NON previsto dalla legge, rischia la reclusione fino a 1 anno e una multa che può variare tre le € 30 e le € 516.

D’altro canto, invece, è pur vero che la Corte di Cassazione con la sentenza n. 6912 del 14 gennaio 2017 ha chiarito che il sacerdote che NON DEVE violare il segreto confessionale è tenuto a collaborare con la giustizia. Il segreto confessionale cade nel momento in cui il fedele confessa di essere, ad esempio, stata vittima di violenza. Il sacerdote che, in sede di processo, si rifiuta di testimoniare o mente durante la deposizione rischia la reclusione fino a 6 anni per il reato di falsa testimonianza.

La differenza sta proprio qui! Se a confessare il reato è chi commette il reato? Allora vale la prima ipotesi, ossia, il prete è tenuto a non denunciare ciò che gli è stato riferito in confessione. Ma questo principio ecclesiastico, condiviso anche dalle norme laiche della nostra Costituzione, in verità, quanta carità cristiana serba in sé?

Facendo un’opportuna riflessione sociologica, da anni il tema della religiosità dei mafiosi, o dei criminali in generale, apre lo scenario a molteplici piani di analisi: da una parte, occorre chiedersi che significato assumono le devozioni e le ritualità religiose e che ruolo svolga il ricorso alla fede all’interno di certi contesti, dall’altra è indispensabile valutare le posizioni che la Chiesa ha progressivamente espresso nella storia. Lo studio delle organizzazioni mafiose lascia emergere il dato piuttosto singolare di una religione che diventa strumento di legittimazione, offrendo motivazioni agli atti criminosi, alleviando le paure e le angosce nutrite dagli affiliati per il proprio destino personale. Ed è per questi motivi che si può benissimo pensare che anche un reato come lo stupro può facilmente essere confessato ad un protettore di anime.

Allora la domanda sorge spontanea: a quali responsabilità la Chiesa espone un prete di periferia, pastore di un addensamento di povertà come quella del Parco Verde? Quale peso deve sopportare un prete anticamorra se tali principi lo devono, per forza maggiore, relegare alla figura di un inerme testimonial della lotta? Ma soprattutto come si sentirebbe l’uomo che alberga sotto la toga a sapere di essere stato costretto a non evitare tale scempio?

Allora l’ultima osservazione che vorrei fare è quella del ruolo della Chiesa nella società moderna. Forse, dico forse, con tutta la modestia possibile, sarebbe il caso di far scendere realmente in trincea chi, almeno a parole, dichiara di voler salvare la vita alla povera gente su questo umile pianeta e far sì che chi sappia denunci immediatamente.

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Caivano

Colpite delle auto di una concessionaria durante una sparatoria a Cardito

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Ieri notte alle ore 2:20 circa a Cardito, i carabinieri di Caivano sono intervenuti a via I Maggio angolo via della Repubblica per una segnalazione di colpi d’arma da fuoco. Alcuni colpi di arma da fuoco sono stati sparati verso 4 auto che erano all’interno di un concessionario, 7 i fori causati. Sono in corso le indagini della vicenda.

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